Titolo: Interior Strandgade, 30 Anno: 1901 Autore: Vilhelm Hammershøi Tecnica: olio su tela Ubicazione: Ordrupgaard Museum di Copenaghen
Vilhelm Hammershøi Discendente di Veemer (l’autore de “La ragazza con l’orecchino di perla”) o precursore di Hopper? E’ il dilemma che si pone il Museo D’Orsay parlando di questo losco pittore. Sicuramente non è così conosciuto come loro. Vilhelm sta nel mezzo. Sia come stile che come fama. Mi sembra di vederlo, dietro la tenda di casa sua che osserva in disparte, senza mai esporsi troppo, come se non volesse disturbare. Io me lo immagino così. Discreto, timido, che osserva il mondo da una finestra proprio come i soggetti dei suoi dipinti.
Viene definito il poeta del silenzio. Effetticamente nei suoi dipinti ritroviamo spesso lo stesso interno visto da diverse angolazioni. Una donna affacciata alla finestra, un’altra si intravede lungo un corridoio. Sono sempre da sole. Non parlano con nessuno. Stanno in silenzio.
Si potrebbe pensare che questo silenzio sia sinonimo di isolamento, di solitudine. Personalmente leggo una nota di malinconia e pace che fanno compagnia ai protagonisti di questi dipinti. L’atmosfera è pacata, tranquilla. Il tempo sempbra sospeso.
La gamma cromatica è tendente al grigio, all’azzurro. Colori che sulla tavolozza sono definiti freddi ma che non rispecchiano per forza un sentimento triste. E’ un pò come dire che l’azzurro è per i maschi e il rosa per le femmine. Sono stereotipi che dovremmo imparare ad abbandonare. Ogni colore ci riporta ad un ricordo, un’emozione. Ogni colore unito ad una scena può far nascere un sentimento.
Hammershøi ci permette di entrare in una dimensione talmente intima da trattenere quasi il fiato per non disturbare i pensieri dei soggetti ritratti. Facciamo piccoli passi, in punta di piedi e restiamo anche noi in un angolino della stanza ad osservare.
Chissà a cosa sta pensando la donna alla finestra. Starà aspettando qualcuno o starà osservando chi è appena sceso per strada. Non possiamo saperlo. Possiamo solamente immagianarlo. Hammershøi ci da la possibilità di proseguire con la fantasia il dipinto. Come se avesse un seguito. Come se fosse la scena di un film il cui finale è nelle nostre menti.
Che viaggi meravigliosi ci può regalare l’arte…Basta osservare e sognare ad occhi aperti.
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