Irrequieto, sanguigno, temerario, Michelangelo Buonarroti è un artista dalle mille contraddizioni.
Non che avessi la necessità di affezionarmi ulteriormente a quel testone brontolone di Michelangelo ma grazie a questo libro mi sono avvicinata a lui in modo più profondo e personale. Sì lo sappiamo tutti, aveva un brutto carattere.
Sente l’impellente bisogno di lavorare, non riesce a vivere senza lo scalpello in mano. Conosciuto da tutti, ammirato da molti, nemico di tanti. La passione che lo domina lo porta ad amare la vita e l’arte, ma anche a scontrarsi con chiunque ostacoli i suoi obiettivi, dal Papa ai suoi colleghi più celebri. Odia Leonardo per la sua ostentata vanità, invidia Raffaello per il suo successo. Escluso dalla comunità artistica, produce capolavori in totale solitudine, vivendo con le sue opere un rapporto tanto intenso quanto drammatico.
Dietro a quella scorza dura però si celava un uomo buono, disponibile e generoso, sicuramente incompreso. Proprio come nelle sue sculture che dietro la massa pesante e dura del marmo si celano meravigliose figure, dai muscoli torniti e sodi, corpi che assumono movenze mai viste prima e dall’umanità così profonda e reale da volerle toccare con mano per sentire se son reali oppure davvero dal cuore di pietra. In questo libro affascinante e sorprendente, lo storico dell’arte Costantino D’Orazio veste i panni di Michelangelo e conduce il lettore all’interno della mente e del cuore del Buonarroti. Raccontando in prima persona, presta la voce all’artista per svelare come scaturivano le idee per le sue opere, portare alla luce le emozioni e i tormenti che hanno animato la sua vita.
Non si può mai smettere di leggere qualcosa che riguardi quest’uomo dall’animo così sanguigno e dalla vita così lunga e ricca di opere di inestimabile pregio e intensità.
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