Caterina è una giovane popolana, sedotta dal notaio ser Pietro da Vinci. Si innamora perdutamente ma nel momento in cui scopre di essere incinta questa passione viene spenta bruscamente.
Caterina non potrà allevare suo figlio: lo allatta, ma le viene tolto dalle braccia per essere cresciuto nella casa paterna. Il suo bellissimo bambino potrà godere di molti più agi, certo, ma rimarrà sempre un bastardo: non erediterà né titoli né proprietà e dovrà vivere solo del suo ingegno.
Anche la vita di Caterina non sarà facile: l’accusa di stregoneria, il matrimonio con un ex soldato di ventura, cinque figli da crescere, e sempre il rimpianto per quel primogenito perduto che può vedere solo da lontano.
Le pagine raccontano questa storia struggente, dell’amore di una madre che si mette da parte per quel figlio divenuto un genio assoluto destinato a cambiare con la sua arte e intelligenza le sorti dell’umanità intera.
Di Caterina ho amato la sua tenerezza e la forza di una donna capace di assecondare un destino a lei avverso pur di far crescere suo figlio nel modo migliore, anche rinunciando al suo ruolo di madre.
Resterà nell’ombra ma sempre presente fino alla fine dei suoi giorni.
Marina Marazza intreccia un’accurata ricostruzione d’epoca a una trama narrativa ricca di svolte inattese, popolata di personaggi e splendente di dettagli. E riporta in vita le vivide figure di un genio del Rinascimento e di una donna indomita e libera, intessendole in una storia appassionante d’amore, rinuncia e perdono.
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